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L'importanza della musica nella prima infanzia

Lili M. Levinowitz, Ph.D.
Link all'articolo originale - 1998

Lili M. Levinowitz è docente di educazione musicale
presso la Rowan University del New Jersey, Glassboro.

La diffusione attraverso i media dei risultati di studi che indicano un nesso causale tra la formazione musicale e il ragionamento spaziale nei bambini piccoli (Rauscher et al. 1993, 1997), ha catturato l'attenzione di molti e stimolato l'interesse per l'inserimento della musica nei programmi educativi per la prima infanzia. I progetti educativi che riconoscono questo punto di vista sono degni di nota; tuttavia, è molto importante ricordare tutte le altre valide ragioni per inserire la musica nel curriculum formativo della primissima infanzia.
Lo scopo di questo articolo è quello di mettere in rilievo alcuni dei lavori di studio nel campo dell'educazione musicale che accreditano l'importanza dell'inserimento della musica nei modelli di apprendimento per la prima infanzia.

La musica è un modo per conoscere. Secondo lo psicologo di Harvard Howard Gardner (1983), l'intelligenza musicale è uguale per importanza alla logica (intelligenza matematica, intelligenza linguistica, intelligenza spaziale, corporale), all'intelligenza cinestetica, all'intelligenza interpersonale e all'intelligenza intrapersonale.
Secondo Thomas Armstrong (1994,5), "L'intelligenza è galvanizzata dalla partecipazione ad alcuni tipi di occupazioni culturalmente significative e ciò che caratterizza la crescita dell'individuo attraverso tali attività segue un determinato schema di sviluppo; ogni esperienza incontra un periodo di crescita e di sviluppo molto importante durante la prima infanzia."

Fare musica è una competenza vitale di base come camminare o parlare.
Peery e Peery (1987) suggeriscono che è auspicabile che i bambini siano esposti alla musica, condotti nell'esperienza, acculturati alla musica in quanto tale. Cioè, è un diritto fondamentale per tutte le persone poter essere in grado di cantare in tono e muoversi a ritmo (Levinowitz e Guilmartin, 1989, 1992, 1996). Per garantire una completa esperienza di apprendimento, la musica deve essere proposta sin dalla prima infanzia.
In pratica, la tesi che l'educazione musicale sia solo un fronzolo non trova alcun sostegno oggettivo.

L'importanza dell'istruzione musicale per lo sviluppo della musicalità durante i primi anni dell'infanzia è stato ampiamente studiato a partire dalla seconda guerra mondiale.
Gli studi di Pillsbury (1937 - 1958) (Moorhead e Pond, 1977), hanno gettato una prima occhiata nella vita musicale dei bambini in età prescolare e ci ha informati circa la natura spontanea del loro comportamento musicale. Le loro performaces musicali tipiche forniscono una finestra attraverso la quale psicologi della musica ed educatori sono in grado di capire la sequenza dello sviluppo delle competenze musicali del bambino.

Sviluppo durante la prima infanzia

In generale, abbiamo appreso che i bambini dalla nascita fino all'età di circa sei anni non esprimono la musica come gli adulti. La prima infanzia - un periodo di rapido cambiamento e sviluppo - è il periodo più critico nella crescita musicale del bambino ed è stato identificato in letteratura come la fase del "balbettio musicale” (music babble) (Moog, 1976; Gordon, 1988) o sviluppo musicale primario (Levinowitz e Guilmartin, 1989, 1992, 1996).
In più il bambino anche piccolissimo assorbe la musica e discrimina le differenze esistenti tra frequenza, melodia, e pulsazione (Bridger, 1961; Trehub et al, 1990; Standley e Madsen, 1990; Zentner e Kagan, 1996).

Gli anni dalla nascita fino ai sei anni sono fondamentali per imparare a decodificare le immagini derivanti dall'ascolto della musica e a sviluppare rappresentazioni mentali per organizzare la musica della cultura di riferimento (Holahan, 1987; Davidson, 1985). Questo processo è simile a quello che si dispiega per lingua durante la fase del "linguaggio balbettio".
Il corpo di conoscenze acquisite finora attraverso la ricerca supporta la nozione che, come lo sviluppo del linguaggio, i bambini sviluppano la loro musicalità attraverso una sequenza prevedibile fino all'acquisizione di una competenza musicale di base, che comprende il canto in tono e marciare seguendo un ritmo (Levinowitz e Guilmartin, 1989, 1992, 1996).
Considerate questa analogia; nella televisione via satellite, le immagini visive sono facilmente disponibili per qualsiasi canale; tuttavia, per vederle è necessario un decoder per decodificare il segnale. Durante lo sviluppo musicale primario, i bambini creano una "scatola" o rappresentazione mentale per decodificare le immagini sonore della musica.
Questa multiforme, complessa rappresentazione mentale va sotto il nome di “audiation" un corrispettivo sonoro dell'immaginazione (immagination). L'audiation è di fondamentale importanza, perché è basilare per tutti i tipi di pensiero musicale. Senza l'audiation, non può avere luogo nessuna crescita musicale .

La prima infanzia è anche il tempo in cui i bambini imparano cose sul loro ambiente principalmente attraverso il magico processo del gioco. La sostanza dell'attività del gioco per i bambini molto piccoli è in genere costituita dagli oggetti che li circondano e dalle esperienze a cui sono stati esposti.
Se l'ambiente musicale è sufficientemente ricco, ci sarà una spirale continua e sempre più ricca di esposizioni a nuovi elementi musicali seguite dalla sperimentazione ludica del bambino con quegli elementi.

Edwin Gordon ha identificato la prima infanzia come il periodo di evoluzione all'attitudine per la musica (1988). In questi anni, l'attitudine o il potenziale musicale, che si basa sul complesso costrutto dell'audiation, è in una fase di continuo cambiamento. Per questo motivo, l'attitudine musicale del bambino è vulnerabile alle influenze positive o negative che si manifestano sia attraverso l'istruzione che attraverso il contesto.
Senza la stimolazione e l'esposizione sufficiente, un bambino ha poco con cui sperimentare e imparare attraverso il suo gioco musicale. Trascurare l'importanza di una corretta esposizione avrà un influenza negativa sulla sua attitudine alla musicalità. E la conseguenza sarà che il prezioso potenziale innato per la crescita musicale potrà effettivamente atrofizzarsi.

Proprio come tutti i bambini sono nati con la possibilità di imparare a parlare e capire la loro lingua madre, tutti i bambini sono nati con il potenziale per imparare a eseguire e capire la musica della loro cultura.
Quando un bambino ha sviluppato la capacità di rappresentare mentalmente la musica caratteristica della sua cultura (audiation), ciò gli consentirà di essere più preciso nell'esprimersi musicalmente.
In prima elementare, molti bambini hanno già acquisito competenze tali da permettere questa accuratezza. Tuttavia, molti bambini non lo fanno.

Comprensione e prestazioni

La ricerca condotta da Geringer (1983) e Apfelsradt 1984) suggerisce che non c'è necessariamente correlazione tra la comprensione interiore della musica della propria cultura e la capacità di eseguirla con precisione.
La capacità di una accurata esecuzione nell'esprimersi musicalmente può essere attribuita a due fattori.
Il primo è l'audiation, (acquisizione e trasformazione di immagini sonore). L'altro è la conoscenza tecnica degli “strumenti” del canto e del movimento, che hanno natura in gran parte cinestetica (Weikart, 1987; Bertaux, 1989).
Pertanto, oltre a sviluppare una rappresentazione mentale della musica o audiation, gli anni della prima infanzia sono anche fondamentali per lo sviluppo delle abilità corporee del canto e del movimento ritmico.

Nel nostro mestiere spesso ci cimentiamo con lo sviluppo vocale. Siamo arrivati a capire che l'uso della voce e del canto è una abilità complessa da acquisire (Phillips, 1992). Per svilupparsi correttamente, deve iniziare durante gli anni della prima infanzia. Se il canto non è praticato adeguatamente, la capacità di eseguire musica vocalmente non coinciderà necessariamente con la capacità di pensare le note.
La gamma vocale è notevolmente ampia dalla nascita. I neonati possono imitare e sperimentare con i loro strumenti vocali: sono in grado di riprodurre correttamente le note che ascoltano fin da tre o quattro mesi di età. Il canto intenzionale può iniziare intorno ai dodici mesi. In questo momento, gli adulti possono riconoscere frammenti di canzoni a cui i piccoli sono stati esposti.
A partire da questo e attraverso la continua esposizione al canto dal vivo, al gioco vocale, i bambini possono sviluppare l'uso delle loro capacità canore durante i restanti anni della prima infanzia.

Se l'ambiente ha sostenuto il loro sviluppo vocale, la maggior parte dei bambini entra all'asilo avendo già sperimentato nel canto buona parte delle loro capacità vocali. Purtroppo, uno studio recente (Levinowitz et al. 1998) evidenzia una diminuzione delle abilità degli studenti ad utilizzare queste capacità nel corso degli ultimi due decenni.
Infatti, meno della metà dei bambini nell'età della scuola dell'infanzia sono stati in grado di distinguere il modo in cui stessero realmente utilizzando le loro stesse voci cimentandosi con canzoni conosciute: non distinguevano cioè tra l'intonare le note e il "parlare" la canzone. Sembra che questo possa essere la conseguenza dell'aver mancato l'appuntamento col periodo decisivo per lo sviluppo delle competenze vocali nel canto, precisamente durante la prima infanzia attraverso attività ludiche e la guida accorta di un adulto.

Sia la ricerca contemporanea che le tradizioni di molte culture hanno dimostrato una profonda connessione tra ritmo e movimento. Lo studio del ritmo può essere pensato come lo studio di tutti gli aspetti del flusso musicale attraverso il tempo. Sperimentiamo il ritmo come il flusso del nostro movimento attraverso lo spazio.
Dal punto di vista dello sviluppo, i bambini devono sperimentare il ritmo nei loro corpi prima di poterlo pensare (audiation). Gli anni della prima infanzia sono cruciali per poter utilizzare il corpo come strumento musicale, per rispondere in tanti modi ai diversi generi di musica.
I veri strumenti musicali, come utensili, potranno poi essere semplicemente estensioni o amlificare capacità già acquisite dal corpo ad essere musicalmente espressivo.

Phyliss Weikart, un pioniere nella pedagogia del movimento, ha notato che molti bambini in età scolare non riescono a camminare al ritmo della musica, eseguire semplici schemi motori, e esprimere consapevolezza del loro muoversi nello spazio (1987). Lei suggerisce che i bambini possono acquisire questa esperienza in situazioni naturali durante l'infanzia e la prima infanzia, soprattutto se gli adulti riconoscono l'importanza dello sviluppo motorio complessivo in quell'età e del rapporto linguistico circa ritmo e movimento.
Anche altri teorici della motricità sostengono l'importanza del movimento nella prima infanzia. Essi hanno scoperto che la maggior parte degli schemi motòri fondamentali emergono e si organizzano prima dell'età di cinque anni, oltre tale età tendono semplicemente a stabilizzati (Gilbert, 1979).

Coinvolgimento degli adulti


I genitori, le persone significative e gli insegnanti possono fare molto per fornire la stimolazione necessaria attraverso esperienze musicali per coltivare le abilità musicali dei piccoli. In realtà, l'importanza dei fattori ambientali relazionali nello sviluppo della musicalità è supportato da studi di casi intrapresi da Kelley e Sutton-Smith (1987).
Hanno studiato tre femmine dalla loro nascita e per due anni, allevate in famiglie con tre background musicali molto diversi. Una coppia di genitori musicisti professionisti, un altro gruppo musicalmente orientato ma non professionisti, e il terzo gruppo senza alcun orientamento musicale - e quindi meno orientati ad introdurre elementi musicali nelle loro pratiche educative. Le differenze tra la famiglia che non era musicalmente orientata e le altre due famiglie sono stati sorprendenti in quanto le due bambine che hanno sperimentato ambienti musicali più ricchi erano notevolmente più evolute nei loro comportamenti musicali.

Insegnanti e ricercatori hanno constatato dalla loro esperienza professionale che lo sviluppo della prima infanzia in generale e il successo di programmi educativi in particolare, può essere attribuita alla partnership tra il bambino ed i suoi interlocutori significativi.
Allo stesso modo, sembra che questa filosofia possa essere effettivamente messa in pratica nell'educazione musicale per la prima infanzia. Costituire collaborazioni tra gli adulti che si prendono cura dei bambini più piccoli e comprendere i processi di apprendimento specifici della la prima infanzia favoriranno abilità musicali e contribuiranno in modo significativo alla crescita complessiva e lo sviluppo dei nostri bambini.

Riferimenti

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This article is from the Fall 1998 issue of General Music Today. Copyright © 1998 by MENC: The National Association for Music Education. Reprinted with permission and the understanding that appearance on this website does not imply endorsement.